La nostra storia

Dal 1826, maestri del grassello di calce stagionato. La Cimmino Calce nasce nel 1826, da allora ancora oggi si tramanda l'Antica Arte della lavorazione del grassello di calce stagionato. Oggi come allora i nostri prodotti sono realizzati con maestria, esperienza e passione di famiglia che ha deciso di conservare le vecchie tradizioni, per riproporre prodotti utilizzati nel passato. La nostra esperienza nel settore delle calci, in collaborazione ad una continua ricerca scientifica, ci permette di rispondere alla più qualificate esigenze del settore Restauro, Recupero e Risanamento del Patrimonio Artistico, Architettonico dei Beni Culturali e della BioArchitettura.

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Epidermide edificio

L’epidermide dell’edificio

L’epidermide dell’edificio

Se proviamo a paragonare un edificio ad un corpo umano troveremo più di qualche somiglianza.

Gli elementi portanti (murature, pilastri) sono assimilabili alla struttura ossea e muscolare del nostro corpo; cerniere, pendoli e incastri al pari delle nostre “giunture” (articolazioni, cartilagini) assicurano la stabilità. Gli apparati interni creano le condizioni di benessere al pari dei sistemi di termoregolazione dell’organismo e gli elementi di accesso interno/esterno simulano i nostri orifizi. Infine i materiali di protezione esterni (intonaci, pitture, rivestimenti) sono equiparabili all’epidermide umana. Tali assimilazioni non sono così estreme come potrebbe sembrare a prima vista poiché l’uomo nella realizzazione dei suoi “organismi architettonici” ha sempre cercato di imitare ciò che gli era più vicino, congeniale, osservabile e funzionale come la natura ed il proprio corpo.

Epidermide edificio
Epidermide edificio

Soffermiamo l’attenzione, in particolare, sulla struttura delle finiture di un fabbricato paragonandola alla composizione della pelle del corpo umano: in architettura troviamo le finiture superficiali (tinteggiature, intonaci colorati, ecc), uno o più strati inferiori (rinzaffo e arriccio) ed il colore determinato da pigmentazioni naturali o artificiali; nel corpo umano troviamo la pelle costituita dal derma (superficiale), l’ipoderma sottostante che riveste le fasce muscolari  e la colorazione determinata dalla melanina.

Detta affinità viene esaltata oggi sia dagli effetti dell’inquinamento atmosferico che dall’uso indiscriminato di prodotti inidonei (anche se spesso più economici e veloci da applicare). L’eccesso di CO2  crea, infatti, una patina sui rivestimenti degli edifici che, in presenza anche di strati protettivi non traspiranti, contribuisce al sovrapporsi di stati degradativi che in breve portano alla disgregazione anche dei supporti; allo stesso modo una pelle non traspirante (trattata con cosmetici inadatti) impedisce ai liquidi interni ai tessuti di circolare verso l’esterno, dando così luogo a microclimi infausti con manifestazioni patologiche (acne, tumori di pelle, necrosi,  angiomi, ecc).

Per tali motivi gli architetti stanno ponendo maggiore attenzione nell’utilizzo di materiali di finitura, specie su strutture in muratura, più adatti a preservarle dal degrado in quanto favoriscono la fondamentale funzione “traspirante”, come avviene anche nel derma umano. Intonaci di cemento spesso risultano troppo poco porosi all’acqua e al vapor acqueo e troppo tendenti a creare/contenere sali al loro interno; tinte a base di resine e polimeri vari impediscono la circolazione di acqua e di vapore portando alla marcescenza della muratura, alla creazione delle muffe, e anche a tutta una serie di distacchi dei supporti stessi (c.d.: effetto “kway mentre si corre”).

Mentre le strutture in c.a. tollerano qualsiasi tipo di intonaco, le strutture in muratura, avendo una maggiore porosità, necessitano di finiture che veicolino agevolmente – al pari della pelle umana –  l’aria e l’acqua in esse contenute verso l’esterno. Quante volte, soprattutto nelle zone più vicine al mare, vengono impiegati su strutture tufacee (molto porose e traspiranti) intonaci a base cementizia e successivamente finiture sintetiche sia su facciate interne che esterne con conseguenze disastrose. La presenza di sali marini interni al tufo veicolati verso l’esterno dall’acqua, se trovano barriere impermeabili e compatte le disgregano. Verso l’esterno della parete di tufo l’intonachino/tinteggiatura (= derma) comincia a “screpolarsi” mentre sul sottostante intonaco (= ipoderma) si formano efflorescenze o erosioni. Analogo fenomeno avviene verso l’interno della parete stessa con la formazione di patine biologiche/muffe o, in ambienti più caldi, con aloni giallognoli. L’acqua incamerata nelle pareti prima o poi evaporerà, ma intanto avrà contribuito alla disgregazione dell’epidermide e a sua volta altra acqua esterna troverà la strada per continuare il ciclo di degrado.

In definitiva l’elevata traspirabilità di prodotti “tradizionali” (leganti a base di grassello di calce stagionato, aggregati di pozzolana naturale e pigmenti di terre naturali), al pari di una pelle sana e perfettamente ossigenata, assicurano la perfetta aereazione dei supporti sottostanti mantenendoli inalterati nel tempo così come testimoniato dalla lunga sopravvivenza di consimili materiali posti in opera in epoche remote ma tuttora in buono stato di conservazione.

La presenza di acqua, sotto le sue diverse forme, costituisce quasi sempre un problema per gli elementi edilizie, in particolare, per i rivestimenti murali sintetici: granigliati, graffiati e pitture additivate con resine sintetiche, essendo queste non traspiranti.

Tali rivestimenti hanno costituito la protezione piu’ usuale e meno idonea negli ultimi 35 anni, in quanto, a causa delle difficoltà di preparazione cantieristica artigianale, fu abbandonata l’antica cultura dell’utilizzo di rivestimenti minerali a base di “grassello” di calce stagionato.

Gli effetti del degrado sulle pareti si manifestano prima con macchie e aloni, dovuti all’impregnazione di acqua nelle murature, veicolo di tutti i processi chimici, fisici ed organici che degrada in egual misura le facciate di Edifici Comuni, Strutture Monumentali ed Opere d’Arte.

Successivamente i ripetuti cicli di impregnazione ed essiccazione dei manufatti provocano alterazioni di degrado quali: efflorescenze, fessurazioni, disgregazioni, polverizzazioni, con il relativo distacco degli intonaci e dei rivestimenti dai supporti murali.

I nostri prodotti risultano essere i più idonei a risolvere i problemi legati all’umidità nelle murature, in quanto essendo a base di “grassello” di calce stagionato, offrono elevata traspirabilità ed idrorepellenza. Risultano essere gli unici ad avere quei requisiti di qualità prestazionali nel favorire la fuoriuscita dell’umidità dalle murature, risolvendo per la loro peculiarità definitivamente il problema del degrado legato all’umidità.

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